martedì 17 febbraio 2009

Contattare la rabbia

Uno degli effetti che credo posso imputare allo psicodramma è che mi sta permettendo di ricontattare la mia rabbia.

Per anni, e quando dico per anni intendo almeno 20-25, ho assiduamente represso la rabbia dentro di me. Rabbia per le ingiustizie, rabbia per i soprusi, rabbia per non essere stata protetta o amata come avrei voluto. Cito le prime cause che mi vengono in mente. O forse anche la rabbia con cui sono nata, o che ha radici talmente profonde che non sono riuscita ancora a contattare. Forse è karmica.

Comunque, dicevo, profondo lavoro di repressione e di rimozione. Perché culturalmente non è accettata. Non va bene, non si deve, bisogna essere comprensivi, compassionevoli, chi è più signore lo mostri, e altre banalità discorrendo.

Dicevo, è qualche giorno che riesco a sentire rabbia. E a esprimerla. E quando la esprimo, lì per lì mi sento straordinariamente bene, perché finalmente parlo, finalmente dò voce a quanto ho dentro, finalmente mi proteggo e metto me stessa al centro della mia esistenza.

Poi, purtroppo, la repressione si fa sentire. In genere pago l'uscita della rabbia con un giorno o due di depressione. Figlia della repressione, credo: reprimo tutto, quindi anche la vitalità. Non credo sia fattibile una repressione ad hoc: solo la rabbia, punto. Se si reprime, si reprimono tante cose insieme, tanti istinti vitali.

Però qualcosa si sta muovendo...e sento che questo è bene, molto bene per la mia vita.