sabato 3 gennaio 2009

Accettazione: sì o no....

Una delle parti più faticose del soffrire di D.B. è stata l'accettazione. Per anni ho lottato con i medici, con la diagnosi, con i farmaci. E per anni è stato per me fondamentale essere in psicoterapia, per rielaborare tutto questo.
Eufemisticamente, direi che non è per nulla facile svegliarsi un giorno e, dall'avere un cervello perfettamente efficiente (scusate la modestia), ritrovarsi con un cervello sofferente di una malattia mentale. Ritrovarsi dal non assumere farmaci da anni a prenderli ogni sera, con la prospettiva di prenderli per tutta la vita. Ritrovarsi dall'avere amici all'avere quasi il vuoto intorno (pochi i sopravissuti).
E' stato uno shock immenso. Tutto da rivedere, tutto da riscrivere, da ricostruire. Ci sono voluti anni. Si passa, tutti credo, attraverso varie fasi: la non accettazione, lo sconcerto, la rabbia...per giungere forse alla disillusione, alla crisi successiva, e lentamente all'accettazione.
Restrospettivamente, ho sempre sentito di essere diversa dalle altre persone...ma non pensavo così diversa! Sì, c'erano tendenze che avrebbero potuto far pensare....ma un conto è vedere un film (ricordate Mr. Jones con Richard Gere? Fenomenale!!! Io lo capivo, lo capivo in pieno, e infatti commentai: di uno così mi innamorerei istantaneamente.... gli amici non capirono, invece) o leggere una poesia (quanto mi sembrava romantico Pessoa che scrivere "magari impazzissi del tutto"....ma impazzire del tutto nella realtà, invece, come accade in una forte crisi maniacale, non è per nulla romantico... - lì capii che il poeta è un grandissimo fingitore....), altro conto è gestire nella realtà un disturbo del tono dell'umore.

Non so se ce l'avrei fatta senza la psicoterapia. Per me è stata assolutamente fondamentale, e non concepisco una terapia del D.B. che sia solo farmacologia. Ma questo è un altro discorso.

Il discorso di oggi, invece, è che ogni tanto vorrei svegliarmi sana, guarita, e che tutto questo sia stato solo un lungo sogno, niente di cui doversi preoccupare....niente pastiglie, niente psichiatri (scusi dottoressa, nulla di personale, of course! :-)), niente attenzioni da porre alla propria vita, alla procreazione di figli.....
Lo psicologo me lo terrei, però. Perché la strada che ho fatto con lui è stata la più bella della mia vita, e la più utile sul piano di realtà....